Assertività ed empatia: 2 superpoteri per farti rispettare sul lavoro


Perché parlare di assertività ed empatia insieme?

Miscelare assertività ed empatia è il segreto per dire la tua con fermezza senza creare attriti inutili sul lavoro.

In che modo l'empatia può aiutarti a essere assertiva invece di scadere nell'aggressività o rassegnarti alla passività?

  • in una negoziazione, ti guida nel fare una richiesta che risponda ai tuoi desideri ed esigenze e sia, allo stesso tempo, ragionevole e fattibile per l'altra parte
  • in un conflitto, ti permette di dire all'altra persona come ti senti e come vorresti che la situazione cambiasse senza attaccare, sminuire la sua posizione o addossarle tutte le colpe
  • quando dai un feedback a un collaboratore (o al tuo capo), ti permette esprimere il tuo punto di vista senza dare per scontato di conoscere la "verità" dietro i comportamenti dell'altro - e quindi emettere sentenze senza appello

In questo articolo parliamo di come mettere insieme i due superpoteri dell'assertività e dell'empatia, per essere più efficace nella tua comunicazione sul lavoro e costruire relazioni (davvero) positive con i colleghi.

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Assertività ed empatia: due competenze essenziali per una leader

Cos'è l'assertività

Essere assertiva significa esprimere i tuoi bisogni / desideri / richieste / opinioni / emozioni in modo chiaro e fermo, senza "scivolare" nella prepotenza o nell'intransigenza e senza rassegnarti a rimanere passiva.

Ma in pratica, come si fa? Come puoi esprimerti pacatamente e con lucidità se nel frattempo stai ribollendo di rabbia, ti senti ferita o pensi che l'altro ti stia trattando ingiustamente?

La chiave è lasciarti guidare dall'empatia.

Cos'è l'empatia

L'empatia è la capacità di metterti nei panni dell'altra persona, guardare le cose dal suo punto di vista e - da lì - cercare di comprenderne opinioni, emozioni e azioni. Anche quando il modo in cui si esprime non è dei più comprensibili o concilianti.

Per tradurre l'empatia nella pratica, puoi fare due cose.

  1. di base, sospendere il giudizio: accogliere l'idea che non puoi sapere perché l'altra persona dice quello che dice o fa quello che fa. Questo ti permette di ascoltare l'altro senza preconcetti e di rimanere aperta al suo punto di vista.
  2. a livello avanzato, sforzarti di osservare le cose attraverso i suoi "occhiali", cioè con la sua prospettiva: quali motivazioni potrebbe avere? Quali difficoltà? Quali sfide affronta? Quali spiegazioni ci possono essere per i suoi comportamenti?


Perché l'assertività non funziona senza empatia

Facciamo un esempio concreto: durante una riunione, un collega ti contraddice in modo molto brusco davanti al vostro capo.

Tu ti senti uno schifo: sminuita, svalutata. Senti il calore che ti sale sulle guance e lo stomaco aggrovigliato.

A riunione finita vedi solo due strade: fare una scenata, col rischio di peggiorare ancora di più la situazione, oppure lasciar perdere, continuando a rimuginare e a ingastrirti.

Queste due strade, apparentemente agli antipodi, hanno una cosa in comune. Partono entrambe dal presupposto che c'è un solo modo per interpretare il comportamento del collega: il modo in cui lo vedi tu.

Sei convinta che il collega lo abbia fatto apposta, che abbia voluto nuocerti. E non riesci (o non provi neanche) a sospendere il giudizio o a metterti nei suoi panni per cercare una motivazione diversa per il suo comportamento.

In altre parole, non lasci spazio per l'empatia.

Il risultato? Non riesci a essere assertiva, ma solo aggressiva o passiva.


Assertività ed empatia in azione

Quale sarebbe, allora, la reazione assertiva in una situazione come questa? E perché è possibile solo lasciando spazio all'empatia?

Assertività è dire come ti sei sentita e cosa vorresti di diverso in futuro, senza partire dal presupposto che l'altra persona abbia agito come pensi tu, cioè in malafede.

"Quando in riunione hai detto 'questi dati non mi tornano', l'ho visto come una mancanza di rispetto per il mio lavoro e mi sono sentita sminuita. In futuro ti chiedo di condividere i tuoi dubbi prima di fare una riunione tutti insieme."

Ciò che rende questo feedback assertivo (e non passivo o aggressivo) sono quelle tre parole magiche: l'ho visto come.

"Io ho interpretato le tue parole in questo modo". "Io mi sono sentita così".

Non "Tu volevi", "Tu intendevi".

Questa frase è empatica perché è priva di giudizio. È come dire: "Io non so perché ti sei comportato così. So come l'ho visto io e come mi sono sentita di conseguenza, e te lo faccio sapere".

In questo modo esprimi il tuo punto di vista e il tuo stato d'animo senza accusare:

  • se l'altra persona non voleva sminuirti o mancarti di rispetto, dopo una frase del genere potrà dirti il suo punto di vista senza bisogno di mettersi sulla difensiva o di contrattaccare
  • e se invece voleva sminuirti, e l'hai colta in flagrante? Non avrà appigli a cui aggrapparsi per rigirare la frittata, perché tu sarai stata pacata e impeccabile

È questo il bello: a essere empatica e assertiva insieme, non sbagli mai.


Come portare assertività ed empatia nella tua comunicazione

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