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Preparati ad affrontare un'incomprensione sul lavoro con il percorso gratuito "Feedback senza stress". Ti aiuta ad assicurarti che ciò che dirai sia davvero lucido e costruttivo, per arrivare preparata (e serena) al confronto con l'altra persona.


Perché risolvere i conflitti tra colleghi è meglio che sopportarli

In questo video parliamo di qualcosa che può succedere veramente a tutte, e cioè un conflitto, un'incomprensione o una tensione con un collega in ufficio.

Quando non sai come risolvere i (piccoli o grandi) conflitti con i tuoi colleghi le tue giornate possono diventare davvero spiacevoli.

Inizi a dubitare della buona fede dell'altra persona. A vedere atteggiamenti poco amichevoli in tutto quello fa. A reinterpretare ogni sua parola con le "lenti" dell'idea che ti sei fatta su di lui o lei.
E lavorare insieme con serenità (ed efficacia) diventa sempre più faticoso.

Dato che le incomprensioni non si risolvono mai da sole, a un certo punto devi deciderti a fare qualcosa. Per la serenità e la qualità del lavoro tuoi, dell'altro e di tutte le persone che lavorano con voi.

Perciò oggi voglio proporti un modo per risolvere i conflitti tra colleghi, senza ansia o preoccupazioni.

Ti aiuteranno a superare il momento di conflitto, e anche a migliorare (per sempre) la vostra relazione.
Perché renderanno meno probabile il ripetersi d'incomprensioni e metteranno le basi per affrontare e risolvere anche quelle che verranno. Senza passare per atteggiamenti ipocriti o compromessi.


Il prerequisito per risolvere qualsiasi conflitto tra colleghi

Il primo suggerimento è un po' un prerequisito per tutto il resto, e potrebbe non piacerti. Per poter migliorare la situazione che stai vivendo, infatti, il primo passo è decidere che è tua responsabilità fare qualcosa per risolvere il conflitto.

Spesso, quando siamo in una situazione di tensione con qualcun altro, ci viene molto facile vedere le colpe dell'altro e le responsabilità dell'altro.
E molto meno facile renderci conto che anche noi siamo parte di quel conflitto.

Solo che così facendo, di fatto, ti precludi una possibilità. Perché è abbastanza improbabile che un'altra persona, dal nulla, cambi semplicemente atteggiamento. E se tu decidi che fare qualcosa non è fra le tue responsabilità, probabilmente questo conflitto andrà avanti all'infinito.


Riconosci il tuo ruolo nel conflitto

Una volta che hai deciso di fare qualcosa, il secondo passaggio - altrettanto scomodo - è riconoscere che anche tu hai un ruolo nel vostro conflitto.

Finché resterai convinta che solo l'altra persona sbaglia, sarà molto difficile che tu riesca a trovare il modo di comunicare con lui o lei.
O di proporre una modalità di risoluzione del vostro conflitto che effettivamente funzioni.

Quindi, prima di fare qualunque cosa, ti invito a farti una domanda:

In che modo sono cambiati i tuoi atteggiamenti e comportamenti nei confronti dell'altra persona da quando si è creata questa tensione?
Cosa fai tu di diverso che potrebbe dare fastidio o creare difficoltà all'altra persona?

Facciamo un esempio.

Mettiamo che il problema sia questo: quando tu e una tua collega siete riunione con il vostro capo, ogni volta che tu apri bocca per fare una proposta o dire la tua opinione, la collega ti interrompe.

È facile dire: "è lei che fa qualcosa che non va, è lei che sbaglia, è lei che dovrebbe cambiare".
Ma chiediti anche cosa fai tu da quando si è generata questa situazione
.

Magari anche tu arrivi più agguerrita in riunione.
O sgomiti per prendere la parola per prima perché hai paura di essere interrotta.
Magari interrompi anche tu.

Riconoscere queste cose, quindi diventare consapevole di qual è la tua parte nel conflitto e di quali comportamenti anche tu dovresti cambiare per risolverlo, ti permette di arrivare a un confronto preparata e consapevole.

Un po' come in guerra: non ha senso proporre una tregua se tu non sei disposta a deporre le armi.


Metti in discussione le tue convinzioni sull'altro

Terza cosa che puoi fare, anche questa possibilmente prima di andare a parlare con la tua collega: renditi conto che in realtà tu non sai perché l'altra persona fa quello che fa.

Tu sicuramente ti sei data un sacco di spiegazioni sul perché la tua collega ti interrompe ogni volta che siete in riunione.

Magari ti dici che lo fa perché non ti stima.
O magari perché vuole apparire come la prima della classe.
O magari perché si respira aria di promozioni e spera in questo modo di essere promossa al posto tuo.

Il punto è che queste sono, appunto, tue interpretazioni. In realtà non sai cosa pensa l'altra persona di te e non sai perché ti interrompe tutte le volte in riunione.

Ci potrebbero essere molte altre spiegazioni diverse da quelle che ti stai dando tu. E magari non tutte implicano la malafede o la volontà dell'altra di nuocerti.

Per esempio potrebbe fare così perché è molto insicura.
O perché si sente molto in soggezione rispetto a te, e quindi sa che se dovesse parlare dopo di te si sentirebbe cretina e non lo farebbe.
O magari è una di quelle persone che hanno come modalità quella d'interrompere tutti continuamente. E lo fa con tutti: col marito, coi figli, con gli altri colleghi. Magari ignara del fatto che questa cosa può dar fastidio a qualcuno.

Per farla breve, prima di andare a parlare con la tua collega apriti a un po' di sana curiosità.
Sii curiosa di scoprire il punto di vista dell'altra.

Questo ti permetterà di andare incontro a un confronto con un altro spirito e un altro atteggiamento. E farà percepire all'altra persona che le tue intenzioni sono pacifiche.


Dai un feedback "non violento" per risolvere i conflitti tra colleghi

Ora che hai cambiato prospettiva su di te, sull'altra e sulla vostra relazione, sei finalmente pronta per affrontare l'altra persona.

E il modo in cui ti consiglio di farlo è dare un feedback "non violento" su come ti senti e come vorresti che la vostra relazione cambiasse.

Anche in una situazione di rapporti tesi e incomprensioni ripetute esiste il modo di dire all'altra persona come ti senti senza rischiare d'inasprire ulteriormente il vostro conflitto.

E questo modo è dare un feedback nel modo giusto, che vuol dire:

  • empatico
  • non "violento", cioè privo di aggressività e recriminazione cieca
  • pronto ad accogliere il punto di vista dell'altra persona
  • orientato non ad accusare, non a puntare il dito, ma ottenere un cambiamento positivo

In pratica cosa puoi fare? Nel nostro esempio, potresti dire:

"Quando mi interrompi in riunione - come è successo nell'ultima riunione e nelle precedenti 5 volte - lo interpreto come un segno che non hai stima di me e non pensi che io abbia il diritto dire le mie opinioni tanto quanto te. E questo mi fa sentire frustrata e dispiaciuta, perché invece mi piacerebbe trovare il modo di lavorare bene insieme. Perciò per il futuro ti chiedo di non interrompermi mentre sto parlando".

Secondo me suona meglio rispetto a dire, per esempio: "Sei una persona scorretta perché ti comporti male riunione in e non sono più disposta ad accettare questo comportamento".

In questa specie di formuletta che ti ho proposto ci sono tutti gli elementi per dare un feedback correttamente. E così risolvere pacificamente i conflitti tra colleghi.

I benefici di un feedback costruttivo

Quando dai un feedback non violento, empatico, curioso del punto di vista dell'altro, lasci all'altro la possibilità di accogliere il tuo feedback senza sentirsi necessariamente attaccato, criticato o accusato di essere una brutta persona.
E questo aumenta di molto la probabilità che accolga ciò che stai dicendo e sia disponibile a fare qualcosa per cambiare.

Non solo: l'altro ha molte più possibilità di ribattere al tuo feedback senza mettere in discussione la legittimità del tuo punto di vista.

Per esempio ti potrebbe rispondere sui fatti.
Potrebbe dire "Non mi sono neanche accorta di averti interrotto cinque volte nelle ultime due riunioni".

Oppure potrebbe ribattere sulla tua interpretazione.
Potrebbe dire "È vero che ti ho interrotto (scusa, magari!) ma non l'ho fatto per il motivo che pensi tu. L'ho fatto perché io mi sento molto inadeguata nei confronti del nostro capo, e molto inferiore rispetto a te, e quindi ho quest'ansia che se non intervengo per prima e non faccio io per prima un'uscita intelligente lui penserà che sono un'incapace".

Ultimo ma non ultimo, potrà accogliere la parte di reazione emotiva che hai trasmesso (quella in cui dici "Quando fai quello che fai e lo interpreto così io mi sento dispiaciuta e frustrata") senza necessariamente sentire il bisogno di andare sulla difensiva o di contrattaccare.

Perché percepirà che non le stai dicendo questo per farla sentire una schifezza. Glielo stai dicendo per trovare il modo di migliorare la vostra relazione.


Proponi un patto per risolvere conflitti futuri

Siamo arrivati all'ultimo suggerimento - che ti suonerà il più strano di tutti: proporre all'altra persona un patto per capirvi sempre meglio in futuro.

Tu mi dirai "Ma a cosa serve fare un patto quando ci siamo capite una volta e quindi lo possiamo rifare in ogni momento?".

Il motivo è che se tu, lei o entrambe siete un po' alle prime armi con questa cosa del risolvere in maniera non violenta ed empatica i conflitti tra colleghi, è molto facile che - nonostante il confronto e il chiarimento che avete avuto - vi incartiate di nuovo.

Per esempio, domani andate di nuovo in riunione con il vostro capo, tu cominci a parlare e lei ti interrompe.
Magari era piena di buone intenzioni, ma poi è arrivata lì e non ce l'ha fatta.

Se succede questo è facile, ed è perfettamente umano e comprensibile, che tu vacilli a tua volta. Ecco perché è utile proporre un patto per il futuro.

Perciò puoi dire all'altra persona:

"Senti, visto che ci siamo riuscite a capire, siamo riuscite a confrontarci, abbiamo capito i reciproci punti di vista e abbiamo concordato sul fatto che ci teniamo a migliorare questa relazione, allora perché non ci impegniamo per farlo anche in futuro? Per esempio, ti propongo che, se dovesse capitare che tu o io ci ritroviamo di nuovo a pensare qualcosa di brutto del comportamento dell'altra, invece di arroccarsi nella nostra posizione e passare delle settimane a farci film su quello che potrebbe essere il motivo, diciamocelo subito. Proprio come abbiamo già fatto".

Fare questa proposta non costa veramente niente, ed è molto facile che l'altra persona dica di sì: perché mai non dovrebbe farlo?

Ma l'utilità di questa cosa è enorme. E te ne accorgerai alla prossima incomprensione che avrete.
Non dovrete ricominciare da capo

Sarà molto più facile (e ti costerà meno fatica) fare il primo passo, se sarai tu a farlo.
E risolverete le incomprensioni molto più facilmente.